La storia dei pizzoccheri, il cui ingrediente principale è il grano saraceno, ha inizio dal piccolo paese di Teglio, situato in Valtellina, nell’arco alpino. Il paese vanta la pratica della coltivazione del grano saraceno (fagopyrum esculentum, Monch.) da più di quattro secoli.
L’origine del piatto dei pizzoccheri è testimoniata da una serie di riferimenti culinari riportati da H.L. Lehmann, nella seconda parte della sua opera Die Republik Graubündeni (1797). L’autore cita i “Perzockel” come una sorta di tagliatelle fatte di saraceno e di due uova.
Dai primi dell’Ottocento sulle tavole dei contadini più benestanti appare il piatto più simile a quello attualmente conosciuto: si lavoravano delle tagliatelle grossolane di grano saraceno con in parte della farina bianca in proporzioni variabili a seconda dei paesi, cotte in abbondante acqua salata, in cui erano poste patate, verze o coste o fagiolini a pezzi.
I pizzoccheri venivano poi scolati con il mestolo bucato (cazafuràda) e posti in una biella con strati di due tipi di formaggio a scaglie: uno più magro chiamato “féta”iii ed un semigrasso più stagionato. Il tutto veniva condito con una sferzata di strutto ben scuro accompagnato da aglio.
Prezzo:
10 euro a persona
Contenuto del pack:
- pizzoccheri
- patate
- verze
- aglio
- formaggio casera
- formaggio grana
- burro
- salvia
(tutti i prodotti inseriti nel pack sono pronti per essere cucinati secondo le istruzioni)
Preparazione:
Cuocere le patate e la verza in abbondante acqua salata, unire i pizzoccheri dopo 10 minuti.
Sciogliere in un pentolino il burro insieme all’aglio e alla salvia, far rosolare facendo attenzione che il burro non si scurisca.
Dopo una decina di minuti scolare pizzoccheri, verze e patate tenendo da parte un mestolo di acqua di cottura.
Riversare la pasta scolata nella pentola ancora calda, aggiungere i formaggi e il burro fuso (senza salvia e aglio). Mescolare energicamente aggiungendo eventualmente parte dell’acqua di cottura per regolare la cremosità.
Servire ben caldo.
(…) E forse l’è per quest che quand a Tèi
i se cürava cun el furmentùn
i scampava più sacc e cuntentùn…
(…) E forse è per questo che quando a Teglio
si curavano con il formentone
campavano meglio e contenti…